martedì 9 dicembre 2014

Acqua inquinata e PFAS, al via il campionamento anche nell’ULSS 21


Acqua inquinata e PFAS, al via il campionamento anche nell’ULSS 21

acquedotto inquinato con pfasLa Giunta Regionale del Veneto ha approvato una delibera, su proposta dell’assessore alla sanità Luca Coletto, per dare il via al piano di campionamento degli alimenti in alcune zone delle province di Padova, Vicenza e Verona.
Sono coinvolte l’Ulss 5 Ovest Vicentino, l’Ulss 6 di Vicenza, l’Ulss 17 di Monselice, l’Ulls 20 di Verona e la nostra Ulss 21 di Legnago. L’Ulss 6 di Vicenza coordinerà il piano come capoluogo di provincia nel cui territorio c’è la fonte principale di inquinamento.
L’obiettivo principale è quello di verificare l’inquinamento delle acque da sostanze perfluoroalchiliche, i famosi PFAS che tanto hanno fatto discutere a Legnago e nella bassa veronese e che, fino ad oggi, erano una patata bollente che si passava di mano in mano con un rimpallo continuo di responsabilità.
Il problema è venuto alla luce a maggio dello scorso anno e si era provveduto all’installazione alla fonte di appositi filtri, ma questo non è bastato molto probabilmente.
In base al documento approvato dalla Giunta Regionale, dopo aver sentito l’Istituto Superiore di Sanità, l’individuazione dei fattori di rischio riguarderà la presenza di attività agricola e zootecnica nei Comuni dove sono state rilevate le sostanze; l’utilizzo agronomico di fanghi, digestati e compostati recuperati dal trattamento di acque da acquedotti interessati; l’utilizzo agronomico di acque, superficiali e/o di falda contaminate; l’acqua da abbeverata da acque superficiali o di falda.
Le specie zootecniche e vegetali possibili oggetto di campionamento sono gli allevamenti di galline ovaiole, soprattutto a terra e all’aperto, gli allevamenti bovini e ovi-caprini basati sul pascolo e/o sull’utilizzo di foraggi aziendali che riconoscano i fattori di rischio elencati precedentemente; allevamenti estensivi di pesce, non in vasca; foraggi e produzioni da tubero e a foglia larga; animali da cortile alimentati prevalentemente con foraggi aziendali o selvaggina.
Le matrici oggetto di campionamento potranno essere le uova da allevamenti a terra, muscolo e fegato da vacche da latte e/o ovi-caprini; muscolo e fegato di animali da cortile allevati all’aperto e/o muscolo e fegato di selvaggina; muscolo di pesci; foraggi aziendali, fieni, insilati, tuberi o radici ed ortaggi a foglia larga.
Questo dei PFAS è un problema molto sentito dalla cittadinanza, che vive nell’ansia di non sapere se poter utilizzare con sicurezza a scopi alimentari l’acqua di acquedotto, che paga profumatamente, e l’acqua del proprio pozzo per chi non è servito dalla rete idrica.
Per i privati non serviti da acquedotto è bene provvedere a delle analisi specifiche sui PFAS, che però sono abbastanza costose.
Foto Credit : Il Mirino

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